Tre libri in barca: Anonima Aldilà (Robert Sheckley) – La fila (Basma Abdel Aziz) – Il silenzio (Don DeLillo)

Tre libri in barca: Anonima Aldilà (Robert Sheckley) – La fila (Basma Abdel Aziz) – Il silenzio (Don DeLillo)

Trittico di fantascienza senza stereotipi di genere, o quasi.
Buona lettura!


Anonima Aldilà (Robert Sheckley), traduzione di Ginetta Pignolo per Urania, 1993, 216 pagine

Uscito originariamente su “Galaxy”, questo romanzo rimane uno dei testi chiave di Sheckley e di tutta la social sf americana. Ma il bello è che l’avventura e l’azione regnano incontrastate fin dalle prime pagine, dove si affaccia l’ipotesi che la morte non sia la fine di tutto, quanto un nuovo (e indesiderato?) inizio. Se vi chiamate Thomas Blaine e ripensate alle tragiche circostanze del vostro trapasso, vi accorgerete che persino in quell’occasione hanno cercato di fregarvi. Per fortuna siete arrivati oltre la fatale soglia in carne e ossa e avete ancora la possibilità di giocare una mano. Attenzione, però: la partita è molto pericolosa, anche se condita dalle scintillanti invenzioni di Robert Sheckley, ed è ricca di tranelli e insidie… Da questo libro il film Freejack – Fuga dal futuro con Mick Jagger.

La citazione:

Marie Thorne gli diede una occhiata.
— Perché lei e lo zombie? Be’, perché no? Non ha mai fatto uno sbaglio lei ? —
— Penso di si. Ma sono ormai cose passate. —
Ella scosse la testa.
— Forse, ai suoi tempi, gli errori potevano divenire acqua passata. Oggi niente muore con assoluta certezza. Questo è uno dei grandi svantaggi della vita dopo la morte. Gli errori, talvolta, rifiutano di starsene tranquillamente morti e sepolti. Qualche volta continuano a seguire il loro autore. —

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Invenzione surreale, non ne va bene una al povero protagonista. Un classico della fantascienza - Recensione #libro Anonima Aldilà (Robert Sheckley) Condividi il Tweet

La fila (Basma Abdel Aziz), traduzione di Fernanda Fischione per Nero Editions, 2018, 184 pagine

Iconico e perturbante, La Fila è il più importante romanzo della nuova narrativa fantastica araba.In una città senza nome del nord Africa, a seguito degli Sciagurati Eventi, un’autorità centrale nota come La Porta ha assunto il potere assoluto. I cittadini sono costretti a presentare richiesta per tutto – per mangiare e per spostarsi, e persino per essere curati – ma La Porta rimane chiusa e muta, mentre sulla sua soglia inizia a formarsi un’enorme coda di questuanti: la Fila. In questo capolavoro della weird fiction araba Basma Abdel Aziz racconta i lunghi mesi passati nella Fila da parte di un’umanità catapultata in una realtà parallela e pericolosamente simile al mondo in cui viviamo. La Fila è un ritratto vivido e impietoso di quanto sta accadendo appena al di là del Mediterraneo. Descrivendo la natura profonda degli autoritarismi, ci racconta la realtà allucinata di un mondo arabo dilaniato tra la delusion e post-Primavere e il sogno disperato di fuggire da un sistema in cui vivere è diventato impossibile.

La citazione:

Amani gli aveva letto la dichiarazione rilasciata al giornale La Verità da uno dei medici responsabili del trattamento dei feriti all’Ospedale delle Folgori, di cui non veniva fatto il nome. Assicurava che l’incremento dei decessi era dovuto al fatto che tra i facinorosi c’era gente che non reggeva neppure gli insulti: erano caduti a terra da soli, in preda alle convulsioni, e il loro muscolo cardiaco si era fermato prima dell’arrivo dell’ambulanza.

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Particolare e suggestivo, non sempre semplice, intriga fino alla fine - Recensione #libro La fila (Basma Abdel Aziz) Condividi il Tweet

Il silenzio (Don DeLillo), traduzione di Federica Aceto per Einaudi, 221, 112 pagine.

Manhattan, 2022. Una coppia è in volo verso New York, di ritorno dalla loro prima vacanza dopo la pandemia. In città, in un appartamento nell’East Side, li aspettano tre loro amici per guardare tutti insieme il Super Bowl: una professoressa di fisica in pensione, suo marito e un suo ex studente geniale e visionario. Una scena come tante, un quadro di ritrovata normalità. Poi, all’improvviso, non annunciato, misterioso: il silenzio. Tutta la tecnologia digitale ammutolisce. Internet tace. I tweet, i post, i bot spariscono. Gli schermi, tutti gli schermi, che come fantasmi ci circondano ogni momento della nostra esistenza, diventano neri. Le luci si spengono, un black-out avvolge nelle tenebre la città (o il mondo intero? Del resto come fare a saperlo?) L’aereo è costretto a un atterraggio di fortuna. E addio Super Bowl. Cosa sta succedendo? È l’inizio di una guerra, o la prima ondata di un attacco terroristico? Un incidente? O è il collasso della tecnologia su se stessa, sotto il proprio tirannico peso? È l’apparizione di un buco nero, l’aprirsi di una piega dello spazio e del tempo in cui le nostre vite scivolano inesorabilmente? Di certo c’è questo: era dai tempi di Rumore bianco che Don DeLillo non ci ricordava con tanta accecante precisione che viviamo, disperati e felici, in un mondo delilliano.

La citazione:

Tutto quello che sta accadendo non era in fondo scontato? Non è quello che alcuni di noi stanno pensando? Era la nostra meta. Niente piú meraviglia, niente piú curiosità. Il senso dell’orientamento gravemente compromesso. Un eccesso di cose generato da un codice sorgente troppo limitato.

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Pochi sprazzi nel buio totale - Recensione #libro Il silenzio (Don DeLillo) Condividi il Tweet

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