Tre libri in barca: L’arte della vittoria (Phil Knight), Alieni a Crema (Luca Sartori), Salvare le ossa (Jesmyn Ward)

Tre libri in barca: L’arte della vittoria (Phil Knight), Alieni a Crema (Luca Sartori), Salvare le ossa (Jesmyn Ward)

Terzina variegata, come la vita.
C’è chi racconta la sua irripetibile avventura, scandita da un marchio unico, chi gioca con la fantascienza per mettere a fuoco il nostro quotidiano e chi trasuda poesia nel raccontare il selvaggio che sta nel cuore di ogni famiglia.
Buona lettura.


L’arte della vittoria – Phil Knight, tradotto da Giuliana Lupi, Laura Tasso, Giovanni Zucca per Mondadori, 398 pagine, 2016

In un’epoca di start-up, la Nike di Knight è la pietra di paragone, e il suo swoosh ben più di un semplice logo. Simbolo di grandezza e leggiadria, è una delle poche icone riconosciute istantaneamente in ogni angolo del mondo.
Giovane, curioso, fresco di laurea in economia, Phil Knight prende a prestito cinquanta dollari dal padre e crea un’azienda con un obiettivo semplice: importare dal Giappone scarpe da atletica economiche ma di ottima qualità. Vendendole dal bagagliaio della sua Plymouth Valiant, nel 1963, il primo anno di attività, Knight incassa ottomila dollari. Oggi le vendite della Nike superano i trenta miliardi di dollari all’anno. In un’epoca di start-up, la Nike di Knight è la pietra di paragone, e il suo swoosh ben più di un semplice logo. Simbolo di grandezza e leggiadria, è una delle poche icone riconosciute istantaneamente in ogni angolo del mondo. Knight, l’uomo dello swoosh, è però sempre stato un mistero. Ora, finalmente, ci racconta la sua storia in un libro di memorie sorprendente, umile, sincero e divertente. Tutto comincia con il classico momento di svolta. A ventiquattro anni, zaino in spalla, parte per un viaggio che attraversa Asia, Europa e Africa, affronta le grandi domande della vita e decide che l’unica strada per lui è un percorso al di fuori dei binari convenzionali. Non vuole lavorare per una grande azienda, quindi realizzerà qualcosa di suo, che sia nuovo, dinamico, diverso. Knight parla degli enormi rischi che ha affrontato nel suo cammino, delle umilianti battute d’arresto, dei concorrenti senza scrupoli, dei tanti che dubitavano di lui e lo avversavano, dell’ostilità delle banche, ma anche dei trionfi entusiasmanti e delle volte che se l’è cavata per un soffio. Ma ricorda soprattutto i rapporti fondamentali che hanno forgiato il cuore e l’anima della Nike: quello con il suo ex allenatore, l’irascibile e carismatico Bill Bowerman, e con i suoi primi dipendenti, un gruppo eterogeneo di genialoidi diventato ben presto una confraternita di appassionati dello swoosh. Insieme, imbrigliando la carica elettrizzante di una visione audace e la fiducia condivisa nella forza trasformatrice dello sport, hanno creato un marchio, e una cultura, che hanno cambiato ogni cosa.

La citazione:

Ma la mia speranza era che il fallimento, se fossi fallito, fosse una cosa rapida, in modo da darmi il tempo, gli anni sufficienti, per mettere in pratica tutte le lezioni imparate così duramente. Non ero tipo da darmi degli obiettivi, ma questo in particolare prese a balenarmi nella mente tutti i giorni, finché non divenne il mio slogan silenzioso: Fallisci in fretta.

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Interessante ma non basta la mano di Moehringer. Una buona sforbiciata avrebbe aiutato - Recensione #libro L'arte della vittoria (Phil Knight) Condividi il Tweet

Alieni a Crema – Luca Sartori per Plesio Editore, 244 pagine, 2018

È una calda giornata d’estate e il sindaco di una cittadina di provincia si sta godendo il weekend nella sua casa di villeggiatura quando qualcuno suona il campanello: sono i servizi segreti e sono venuti a prelevarlo. Il Presedente del Consiglio lo attende d’urgenza a Roma. Nella capitale il premier comunica al disorientato sindaco che la sua città, Crema, dovrà ospitare per dieci giorni cento abitanti di un pianeta lontano. È in gioco il prestigio del paese. Cosa sono venuti a fare cento alieni a Crema? Quale segreto nascondono?

La citazione:

La vicina è convinta che gli alieni mangino i gatti, e che ovviamente siano particolarmente golosi dei suoi due soriani. Il padre di Ginevra qualche giorno prima, scherzando, le ha spiegato che quelli che mangiano i gatti sono i vicentini, ma l’anziana signora non è sembrata cambiare opinione. Gli alieni lei nel palazzo non ce li voleva (e adesso probabilmente nemmeno i vicentini).

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Non è un mestér cremàsch. Spiazza e intriga come il primo tortello cremasco assaggiato - Recensione #libro Alieni a Crema (Luca Sartori) Condividi il Tweet

Salvare le ossa – Jesmyn Ward, traduzione a cura di Monica Pareschi per NN Editore, 320 pagine, 2018

Un uragano minaccia la città di Bois Sauvage, Mississippi. Esch ha quattordici anni ed è incinta; suo fratello Skeetah ruba avanzi di cibo per i cuccioli di pitbull che stanno morendo nella polvere, mentre Randall e Junior cercano di farsi valere in una famiglia che sembra non conoscere la solidarietà. Nei dodici giorni che precedono l’arrivo devastante dell’uragano Katrina, i quattro fratelli orfani di madre si sacrificano l’uno per l’altro come possono. Uno sguardo potente e straziante sulla povertà rurale, Salvare le ossa è un romanzo rivelatore e reale, innervato di poesia.

La citazione:

Infilo il naso tra le ginocchia e respiro. Pancia e maglietta insieme formano una specie di cuscino incastrato in grembo. Vorrei poterlo sfilare di lì. Mi bruciano gli occhi e nel petto ho un machete che oscilla avanti e indietro, su e giù, distrugge tutto ciò che è vivo, lo spappola, si apre un varco lasciandosi dietro un sentiero umido, cosparso di materia verde, sgocciolante. Premo la faccia bagnata sulle gambe. Rimango così finché non passa, finché lo scarico non smette di ronzare, la porta non si apre con un cigolio e il machete non si ferma lasciando un odore di linfa e metallo.

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Parole che lasciano senza fiato, come l'uragano - Recensione #libro Salvare le ossa (Jesmyn Ward) Condividi il Tweet

 

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