Tre libri in barca: La città di vapore (Carlos Ruiz Zafon) – Pronti a tutte le partenze (Marco Balzano) – La valle oscura (Anna Wiener)

Tre libri in barca: La città di vapore (Carlos Ruiz Zafon) – Pronti a tutte le partenze (Marco Balzano) – La valle oscura (Anna Wiener)

Un congedo, un respiro e uno sguardo. Descriverei così i tre libri che vi propongo.

Li avete letti? Vi sono piaciuti?

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La città di vapore (Carlos Ruiz Zafon), traduzione a cura di Bruno Arpaia per Mondadori, 2021, 180 pagine

L’ultima opera dell’autore de “L’ombra del vento”, l’omaggio letterario con cui Carlos Ruiz Zafón ha voluto congedarsi per sempre dai suoi lettori. «Posso evocare i volti dei bambini del quartiere della Ribera con cui a volte giocavo o facevo a botte per strada, ma non ce n’è nessuno che desideri riscattare dal paese dell’indifferenza. Nessuno tranne quello di Blanca.» Si apre così la raccolta di racconti che lo scrittore della saga del Cimitero dei libri dimenticati ha voluto lasciare ai suoi lettori. Un ragazzino decide di diventare scrittore quando scopre che i suoi racconti richiamano l’attenzione della ricca bambina che gli ha rubato il cuore. Un architetto fugge da Costantinopoli con gli schizzi di un progetto per una biblioteca inespugnabile. Un uomo misterioso vuole convincere Cervantes a scrivere il libro che non è mai esistito. E Gaudí, navigando verso un misterioso appuntamento a New York, si diletta con luce e vapore, la materia di cui dovrebbero essere fatte le città. “La città di vapore” è una vera e propria estensione dell’universo narrativo della saga di Zafón: pagine che raccontano la costruzione della mitica biblioteca, che svelano aspetti sconosciuti di alcuni dei suoi celebri personaggi e che rievocano da vicino i paesaggi e le atmosfere così care ai lettori. Scrittori maledetti, architetti visionari, edifici fantasmagorici e una Barcellona avvolta nel mistero popolano queste pagine. Per la prima volta pubblicati in Italia, i racconti della “Città di vapore” ci conducono in un luogo in cui, come per magia, riascoltiamo per l’ultima volta la voce inconfondibile dello scrittore che ci ha fatto sognare.

La citazione:

Io ho avuto la disgrazia di ricordare tutto e che tutto, a sua volta, ricordasse me.

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Racconti per tornare a Barcellona e sognare con il magico mondo creato da Zafon - Recensione #libro La città di vapore (Carlos Ruiz Zafon) Condividi il Tweet

Pronti a tutte le partenze (Marco Balzano), Sellerio 2013, 216 pagine

Il trentenne, in Italia, è un prodotto tipico, un articolo originale. Forse non esiste altrove un carattere altrettanto paradossale, forgiato dalla storia e dallo spirito dei tempi, sospeso tra un’eterna e spossante giovinezza e un’infinita e immutabile anzianità, magari dello spirito più che del corpo. Giuseppe, il protagonista di questo romanzo, vive con consapevole, moderata impazienza tale esitazione indefinita. È insegnante precario alle scuole superiori di Salerno e provincia, ha studiato Lettere con passione a tratti démodé, ha vinto un dottorato ancora da terminare e Dante è l’amata materia della sua specializzazione. Non appena avrà un lavoro fisso vuole sposarsi con Irene, con cui è fidanzato da qualche anno. La casa è quasi pronta, la testa è a posto, e invece i guai arrivano tutti assieme. Irene lo tradisce e lo lascia su due piedi, il Ministero della Pubblica Istruzione gli taglia le supplenze di italiano e latino. Per fortuna Giuseppe ha una famiglia concreta, madre umile e tenace, padre col cuore da rivoluzionario e cervello pieno di buon senso. Ed è proprio papà Vittorio, mentre Giuseppe è sotto la finestra della ex fidanzata a lanciare sassi, che convince il figlio a cambiare aria e ad accettare un incarico di tre mesi nel Nord, a Milano. Lassù di mondo se ne apre un altro. La metropoli appare fosca, la scuola mediocre, gli studenti disattenti. Giuseppe si trova a vivere con tre ragazzi: un ingegnere cinese impiegato come tecnico in una multinazionale; un marocchino che ha la moglie in patria e fa il cameriere in un ristorante siciliano; un professore precario come lui, che viene dalle zone terremotate dell’Abruzzo. Diversissimi per origine, cultura, formazione, i quattro si scoprono tremendamente simili: guadagnano lo stesso niente, condividono il medesimo nulla e nutrono un identico scontento. Il mercato del lavoro e della disoccupazione ha di fatto realizzato l’uguaglianza sociale, annullato le distanze, livellato i desideri e le speranze. I quattro allora si prendono a cuore a vicenda, si assistono, alimentano un fuocherello e poi un’energia che forse può diventare una insperata forza di reazione. Tanto da spingerli a un lento e agitato risveglio da una sonnolenza che genera mostri, alla ricerca del coraggio di affrontare ognuno le proprie battaglie, e vincere in fondo la stessa guerra.

La citazione:

L’importante, mi ripeto sul treno dei pendolari, è non sentirsi una tartaruga girata sul dorso. L’importante, vista l’aria che tira, è puntare i piedi. Come ha fatto Tarzan.

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Sempre ottimo! Balzano ci regala un'altra grande storia - Recensione #libro Pronti a tutte le partenze (Marco Balzano) Condividi il Tweet

La valle oscura (Anna Wiener), traduzione a cura di Milena Zemira Ciccimarra per Adelphi, 2020, 309 pagine

Cosa succede, nella Silicon Valley? Per quale ragione gli spazi di lavoro sono disegnati come appartamenti, e gli appartamenti come spazi di lavoro? In base a quale idea del mondo anche chi hai seduto di fronte comunica con te solo via messaggio? Come mai gli unici scambi diretti fra umani ruotano intorno alle ordinazioni del delivery successivo? E soprattutto, oltre a imporre una vita quotidiana così diversa da tutte le altre, cosa fanno veramente le startup? Accumulano quantità inimmaginabili di dati su ciascuno di noi, e li organizzano secondo strategie sempre più veloci e sofisticate, ma perché? Per vendere, d’accordo. Per sorvegliare, come no. Ma poi? Su domande come queste speculiamo ogni giorno, senza peraltro neppure sapere bne come sia fatta, Silicon Valley, e cosa sia. Anna Wiener ci ha lavorato per cinque anni, e quando ne è uscita ha deciso di scrivere questo straordinario rapporto, che ha assunto quasi da solo la forma di un romanzo. Si ride molto, a leggerlo. Ma si ride sempre, quando si ha paura.

La citazione:

Queste conversazioni non mi facevano sentire superiore, o culturalmente aggiornata. Mi spaventavano. Riattaccavo il telefono e mi chiedevo se la talpa dell’NSA fosse stato il primo test morale per la mia generazione di imprenditori e lavoratori del tech, e se l’avessimo fallito. Guardavo, al di là del tavolo, la faccia confusa di quei membri attivi della società civile, intelligenti, fiduciosi e ben informati, e pensavo con sgomento: non sanno davvero.

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Un'intrusa nella Silicon Valley, uno sguardo non omologato che descrive la folle corsa della valle. Titolo tradotto meravigliosamente - Recensione #libro La valle oscura (Anna Wiener) Condividi il Tweet

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