Recensione in un tweet: Canale Mussolini (Antonio Pennacchi)

Recensione in un tweet: Canale Mussolini (Antonio Pennacchi)

Descrizione:

Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.

Le citazioni:

Mica c’era il benessere, c’era solo la fame.

Se lei vuole che le racconti la storia e che facciamo in tempo a finirla, i particolari che non contano bisogna saltarli. Se io le dico che hanno fatto una cosa, hanno fatto una cosa e basta, mi deve credere, se no è meglio che lasciamo stare. Io non mi invento niente. Al massimo posso ricordare male.

Però oramai per tutti mio nonno era un socialista, un sovversivo, ed era stato in carcere per l’Idea con Rossoni. Poteva non essere socialista dopo quello che aveva passato? Lo era e voleva la rivoluzione; ma da dentro l’osteria, mentre giocava a briscola coi compagni.

Il guaio però è che non eravamo tutti uguali nemmeno noi che lottavamo per il mondo degli eguali. Era un casino.

E in ogni nuovo posto dove arrivavamo, mio nonno – dopo essere entrato nella casa e avere fatto dietro alla nonna il giro di stanze fienili e stalle – mentre già lei impartiva gli ordini dello scarico dei carri, subito le chiedeva: «Che dici, vado?». «Vai, vai», e lui andava all’osteria a ispezionare pure quella, a vedere come si mettessero – qui – le cose per la briscola e la lega.

Ciò che conta è la tradizione, la lingua che parla colui che racconta, e a me me l’hanno raccontata così e io così la riracconto a lei.

Lei pensi in che mani stiamo noi povera gente, perché anche adesso non creda che sia poi tanto diverso, «chi amministra amminestra» diceva la mia povera nonna.

La valutazione in un tweet:

Strega meritato, epopea narrata con garbo e sincerità, seppur con italica autoassoluzione - Recensione #libro Canale Mussolini (Antonio Pennacchi) Condividi il Tweet

I dati del libro:

Titolo: Canale Mussolini
Autore: Antonio Pennacchi
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 460
Anno di pubblicazione: 2010
Genere: romanzo

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