Recensione in un tweet: Snow Crash (N.Stephenson)

Recensione in un tweet: Snow Crash (N.Stephenson)

Descrizione:

Cosa succederebbe se gran parte della gente abbandonasse il mondo reale per scegliere di abitare in un universo generato al computer, in un mondo condiviso di realtà virtuali? In un mondo – il Metaverso – le cui città sono più grandi decine di volte della più grande città del mondo reale e in cui il campo del piacere si trova a essere limitato dalla sola immaginazione? Ma come in un vero e proprio gigathriller ecco che viene diffuso nel Metaverso lo Snow Crash, un virus di rara potenza che colpisce in modo terribile gli hacker, i fondatori del mondo virtuale…

Le citazioni:

Nella comunità mondiale degli hacker, Hiro è un randagio di talento. È il tipo di vita che, fino a cinque anni fa, gli sembrava romantico. Ma nella luce tetra della piena maturità, che sta ai vent’anni come la domenica mattina sta al sabato sera, vede con chiarezza che cosa significhi veramente: né un soldo né un lavoro.

L’aumento del numero dei media ha fatto sì che il materiale diventasse sempre più aggiornato e i metodi per cercare le informazioni sempre più sofisticati tanto che, a un certo punto, non vi fu più alcuna differenza sostanziale tra la Biblioteca del Congresso e la CIA.

L’acume edilizio non sempre si trasmette di universo in universo.

La programmazione, come ogni sport professionistico, ha un modo tutto suo di far sentire decrepito un trentenne.

Condensare i fatti dal vapore delle sfumature.

Ma è anche giunta alla conclusione che è tutta roba finta. Che, per quanto ben fatto, il Metaverso distorce il modo in cui le persone si parlano, e lei non accetta questa distorsione dei suoi rapporti.

Viaggiando un po’, finivi per non sentirti a casa tua da nessuna parte. Ma quando un imprenditore del New Jersey va a Dubuque, sa che può entrare in un McDonald’s senza che nessuno lo guardi. Può ordinare senza neanche leggere il menu, e il cibo avrà sempre lo stesso sapore. McDonald’s è la Casa, condensata in un raccoglitore a tre anelli e fotocopiata. «Niente sorprese» è il motto del franchise-ghetto, il suo sigillo di buona conduzione, diffuso in modo subliminale da tutti i logo e i cartelloni che decorano le curve e i reticoli di luci che costeggiano il Bacino.

«Aspetta un attimo, Juanita. Deciditi. Questo Snow Crash è un virus, una droga o una religione?» Juanita si stringe nelle spalle. «Che differenza c’è?»

«Le connessioni sono complesse. Riassumerle richiederebbe sia creatività che discernimento. Essendo io un’entità meccanica, non possiedo nessuna delle due facoltà.»

«Sono etero, ma pirati. Vanno dietro a qualsiasi cosa tiepida e cava che trovano.»

«Non vuole che tu la capisca. Lei sa che è impossibile. Vuole solo che tu capisca te stesso. Tutto il resto è negoziabile.»

È sempre stato un mistero anche per Hiro ma, in fin dei conti, è così che è fatto il governo. Era stato inventato perché facesse cose di cui l’impresa privata non si cura, e ciò probabilmente significa che non ha alcuna ragione di esistere; non puoi mai sapere che cosa stanno facendo e perché.

La valutazione in un tweet:

Compendio a Ready Player One. Aumenta la distopia, tutto si complica, ci si allontana dalla favola, scoppia il cyberpunk, rimane il divertimento - Recensione #libro Snow Crash (N.Stephenson) Condividi il Tweet

I dati del libro:

Titolo: Snow Crash

Autore: Neal Stephenson

Editore: Shake

Numero di pagine: 413

Anno di pubblicazione: 1996

Traduttrice: Paola Bertante

Genere: romanzo

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