#OutOfLab, quando la scienza esce dal laboratorio

#OutOfLab, quando la scienza esce dal laboratorio

Appena si accenna alla scienza, alla tecnologia e alle persone che vi gravitano intorno, la prima immagine che ci balena in mente è quella di un camice bianco, seguita a ruota da un laboratorio isolato, provette, becchi bunsen e strani alambicchi. Non sfuggono a questa logica neppure i personaggi più celebri, ritratti in aneddoti che li vedono ripiegati su se stessi alla ricerca di risposte che, alla fine, piovono miracolosamente da un albero, sbuffano fuori da una pentola in ebollizione sul fuoco o si miscelano per errore durante un esperimento. Tutte rappresentazioni accattivanti e, per certi versi, veritiere, che però non ci rimandano l’interezza delle loro vite né tantomeno gli effetti collaterali delle loro scoperte e dell’applicazione delle stesse.

scientist photo
Photo by Florian F. (Flowtography)

Da questo vuoto nascono le storie di #OutOfLab, quando la scienza esce dal laboratorio, il cui scopo è restituire a tutto ciò la giusta tridimensionalità. I racconti sono basati su fatti reali, frutto di un’attenta verifica storica. Pur senza mai giungere ad alterare il nocciolo storico-scientifico degli eventi narrati, talvolta le esigenze narrative mi hanno costretto a inserire piccole forzature. Vi invito a scoprirle e segnalarle nei commenti.

I racconti finora pubblicati:

Gli approfondimenti disponibili:

Per ora vi saluto con questo filmato in cui Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel 1965, chiede più e più volte un succo d’arancia per curare il cancro che lo sta uccidendo. Notate l’energia, la grinta, l’irriverenza e la voglia di sorridere di questo grande mattacchione. Il giorno successivo avrebbe affrontato il secondo intervento per cercare di rallentare (inutilmente) il decorso della malattia.

Signore e signori, buona lettura.