Come sopravvivere (senza perdersi) in una tempesta di notizie

Come sopravvivere (senza perdersi) in una tempesta di notizie

Siamo travolti da notizie, commenti, informazioni, dettagli e non abbiamo più gli spazi e i silenzi per sederci a riflettere e consolidare quanto ascoltato, letto, visto. Quando, dopo alcune ore di lavoro ininterrotto, controllo i feed RSS, mi ritrovo ad aprire almeno una decina di schede del browser, ognuna con un articolo che promette bene. Per non parlare poi delle mailing list, delle mille sollecitazioni provenienti dai social…

Ma il tempo corre, il lavoro incombe e gli argomenti stimolanti si accumulano, e la nostra capacità di scremare e scegliere si riduce (quando non si azzera del tutto). Finisce così che ci riconosciamo nei pescatori de La grande onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai.

La grande onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai

Questa situazione è chiamata sovraccarico cognitivo (information overload) e può condurre anche a vere e proprie patologie. La prima, denominata ansia da informazione, è definita da Wurman come “il prodotto del sempre più ampio divario tra ciò che capiamo e quello che pensiamo di capire. È il buco nero tra i dati e la conoscenza”. Un’altra, la sindrome da affaticamento informativo, può causare malumori, ansia, insonnia, confusione e frustrazione, mal di stomaco e testa, dimenticanze e vuoti di memoria a breve e lungo termine. Insomma, niente di simpatico.

Come sopravvivere a tutto ciò?

feet beach waves photo
Photo by mioi

Una scelta è rimanere in superficie, vicino a riva, leggere solo i titoli e lasciare che l’onda arrivi ormai domata. Si può delegare il tutto all’algoritmo di Facebook, che ci segnala le notizie che lui ritiene di nostro interesse nascondendoci tutte le altre. Oppure si può guardare un telegiornale (ma li fanno ancora?). Infine, si può leggere la home page di un quotidiano (non a caso, tolte le pagine social e di ricerca, le pagine più visualizzate in Italia sono quelle delle testate giornalistiche).

Optando per una di queste tre strategie di sicuro non si corre il rischio di essere travolti, ma il pesce interessante difficilmente si presenta a riva, e se per giunta sei un pescatore, non puoi voltare le spalle al mare.

Io cerco di adottare una strategia diversa, a livelli multipli, un po’ più faticosa ma, ritengo, efficace. Non riesce (ancora) a coprire tutte le mie sorgenti perché audio, video e multimedialità mal vi si adattano e necessitano di un loro canale di fruizione ad hoc.

Al primo livello ci sono i feed RSS, Twitter e gli altri social network, alcune mailing list, un quotidiano, qualche periodico e degli aggregatori di notizie. Scorro i titoli e mi faccio una vaga idea di quello di cui si parla (purtroppo, spesso non coincide con ciò che succede).

1-Layers of the Earth

Se una notizia mi incuriosisce la passo al secondo livello, che si occupa di salvarla per consentire una lettura successiva, quando avrò modo di occuparmene con calma e la dovuta attenzione. L’articolo viene ripulito da banner pubblicitari, riquadri acchiappasguardo, pop-up fastidiosi. Il testo la deve fare da padrone, le immagini devono essere essenziali. Inoltre, il tutto deve essere accessibile in mobilità.

3-Layers of the Earth

Al terzo livello c’è la lettura, svolta in un ambiente comodo, rilassato, possibilmente scevro da distrazioni. Lo strumento principale è un ebook reader (un Kindle). Prendo appunti, mi segno i concetti principali, gli elementi da approfondire, e li lascio a decantare insieme ad altre voci udite in precedenza.

L’intera operazione sta in piedi grazie a un insieme di protocolli, programmi, servizi e strumenti che vi descriverò nei prossimi post.

Per ora funziona, almeno penso.

E voi come fate? Vi va di raccontarlo? I commenti sono a vostra disposizione 😉

 

Crediti: immagini tratte da Inquiry – Why does the world look like this?


Il non manuale di Calibre (e due parole sugli ebook)

Gli articoli in cui racconto come lo uso, lo personalizzo e ci gioco, sono stabilmente tra i più letti e ricercati. Non essendo un mostro di SEO, tema che tralascio fin troppo, non posso dire che è frutto di alchimie social.

Magari, invece, tali consigli evidenziano la necessità di capire meglio Calibre, per cui un testo può trovare un suo spazio e avere un senso.

Eccovi quindi tutti gli articoli raccolti in un ebook che, prometto, terrò aggiornato con i nuovi post sul tema (rimanete iscritti alla newsletter, quindi).

Il non manuale di Calibre (e due parole sugli ebook)

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